Di fronte al Palazzo Ducezio, sempre su Corso Vittorio Emanuele III, ci si trova al cospetto del diamante di Noto: la Cattedrale di San Nicolò di Mira, eletto inoltre monumento nazionale dal 1940. L’edificio è stato protagonista di una serie di sfortunati eventi, in primis il sisma del 1693 e successivamente i crolli del 1848 in cui andò distrutta la cupola e quello recente del 1996 che rase al suolo principalmente la navata centrale e quella di destra. Si può affermare che essa ha visto, come la Chiesa del SS. Salvatore, più rimaneggiamenti stilistici in un arco di tempo che va da fine ‘600 alla prima metà dell’800 attraverso le idee dei più importanti progettisti dell’epoca: Rosario Gagliardi, Paolo Labisi, Stefano Ittar e Vincenzo Sinatra. La magnificenza della Cattedrale è data principalmente dalla grande scalinata costituita da tre ampie rampe; a questa si aggiunge la facciata in pietra arenaria a due ordini sovrapposti con due torri – una campanaria e una dell’orologio -ai rispettivi angoli. Nel primo ordine è degno di nota il portale principale in bronzo con le illustrazioni della vita di San Corrado mentre nel secondo svettano le statue dei quattro evangelisti. All’interno, la basilica, con pianta a croce latina e tre navate, ospita oltre alla reliquia del patrono San Corrado Confalonieri anche una rivisitazione dello Spasimo di Sicilia ad opera di Raffaele Politi (1809).