Il barocco netino non è uno stile che domina spavaldo solo sulle architetture religiose ma anche in quelle civili e un magnifico esempio è rappresentato dal Palazzo Ducezio, sede del Municipio. L’edificio – tre livelli a pianta rettangolare – fu progettato da Vincenzo Sinatra: i lavori iniziarono nel 1746 e terminarono nel 1830 ma solo per il primo ordine; il secondo fu aggiunto a metà del XX sec. Il prospetto esterno comprende una facciata convessa con colonne ioniche che sorreggono venti arcate nel piano inferiore, e tredici finestre rettangolari nel piano superiore. Prende il nome dal condottiero siciliano Ducezio a cui si deve la fondazione della città di Noto, evento affrescato da Antonio Mazza (1826) nella volta della ‘Sala degli Specchi’: una suggestiva stanza a pianta ovale adornata con affreschi in stile Luigi XV e preziosi mobili e specchiere (Dugo, Ditta Franza). Qui è custodito un documento che Garibaldi presumibilmente inviò ai patrioti di Noto intorno al 1860. È nota per essere il gioiello del palazzo nonché il luogo in cui si ricevono le più alte cariche istituzionali come è stato per Umberto e Maria Josè di Savoia (anni ‘30), la delegazione dell’Ungheria (per un gemellaggio artistico-letterario) e la celeberrima firma del protocollo d’intesa per la creazione del distretto culturale “Le otto città tardo barocche del Val di Noto”.